In Italia è stimato che oltre 6 milioni di italiani soffrono di Osas e di questi circa 2 milioni risultano essere conclamati, ma nonostante ciò, resta ancora una patologia sotto-diagnosticata e sotto-trattata.
La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, nota anche come OSAS, si manifesta con episodi di completa e/o parziale e/o prolungata ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, episodi normalmente associati a una riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue.
Questa patologia, oltre a portare ad evidenti complicazioni cliniche dal punto di vista cardiovascolare , è la principale causa di sonnolenza (anche colpi di sonno improvvisi) che è all’origine di molti incidenti stradali. L’eccessiva sonnolenza infatti è associata approssimativamente (come causa diretta o concausa) ad un quinto degli incidenti stradali (1 su 5) ed è una delle principali cause di incidenti mortali in autostrada (fonte ACI). Dodici milioni di italiani soffrono di Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS), ma solo il 20 per cento ne è consapevole. Secondo un recente studio, i colpi di sonno alla guida dovuti a questo disturbo sono responsabili del 7 per cento dei circa 176 mila incidenti stradali registrati ogni anno in Italia. L’80% delle persone che soffrono di apnee ostruttive del sonno non ne sono inconsapevoli.
La Commissione europea a diramare una Direttiva, nel luglio scorso, che dal primo gennaio 2016 introduce l’obbligo di specifiche misure di prevenzione per i conducenti”, ma nonostante la rilevante incidenza sociale ed economica, in Italia mancano ancora una cultura. Oltre ad una generale presa di coscienza dalle istituzioni scarseggiano anche le norme per la prevenzione di questa sinistrosità che ogni giorno rappresenta un reale pericolo per i conducenti, considerando che due secondi di “disattenzione” al volante a 50 chilometri l’ora equivalgono a 28 metri percorsi ad occhi chiusi…
La Polisonnografia, attraverso una serie di rilevazioni fatte con un piccolo registratore collegato al paziente, è l’esame che accerta la presenza di apnee ostruttive durante il sonno e permette al medico di prescrivere una terapia adatta al paziente, che attraverso un’apparecchiatura cpap, ritroverà in un determinato lasso di tempo, il sonno ristoratore che gli permetterà di migliorare il quadro salutare e a prevenire particolari complicazioni anche cardiovascolari. Una corretta diagnosi e un’adeguata terapia salverebbero la propria vita e quella degli altri.
Fonte: ACI e LaRepubblica