Nell’ultimo decennio, le grandi aziende dell’healthcare hanno concentrato le loro risorse per lo sviluppo di tecnologie importanti per l’ossigenoterapia, come i concentratori di ossigeno portatile, (e stazionari), che sono un ottimo strumento per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da patologie respiratorie
I concentratore di ossigeno portatili sono dispositivi che producono ossigeno all’istante, a differenza delle bombole e degli stroller dove l’ossigeno e stoccato all’interno. Il concentratore di ossigeno funziona con un meccanismo molto semplice e soprattutto sicuro: setaccia l’aria dall’esterno rilasciando solamente l’ossigeno puro fino al 96%. L’aria viene scomposta nelle sue componenti principali tramite dei filtri di zeolite, il minerale che permette di effettuare questa “operazione”. Attraverso l’utilizzo di un semplice saturimetro si può provare l’effettiva validità dell’apparecchiatura. La vera rivoluzione pero’ sta nel funzionamento tramite le batterie che possono garantire una durata anche di 9 ore e talvolta avere un’autonomia virtualmente illimitata grazie alla possibilità di essere ricaricati ovunque vi sia una presa elettrica (casa, bar, auto, treno etc.). Il vero vantaggio sta nelle dimensioni ridotte e nel peso massimo di 2,5 kg di alcuni modelli di ultimissima generazione che raggiungono una potenza di erogazione pari a 6lt/m. Sul mercato sono presenti diversi modelli con diverse caratteristiche, capaci di rispondere a tutte le esigenze dei pazienti affetti da patologie respiratorie.
Gli stroller di ossigeno non sono ammessi sulle linee aeree, mentre il 95% dei concentratori portatili di ossigeno sono approvati dalla FAA (Federal Aviation Administration) e dalla stragrande maggioranza delle compagnie aeree europee. Basta infatti chiamare al momento dell’acquisto del biglietto aereo la propria compagnia e specificare l’uso del concentratore portatile di ossigeno attraverso la compilazione di un modulo apposito nel quale si specifichi la patologia per la quale si usa il dispositivo allegando un certificato medico. . In Italia l’ENAC ha, sul proprio sito, la circolare (clicca sul link) che regolamenta l’utilizzo del concentratore di ossigeno a bordo degli aerei, evidenziando come le persone a mobilità ridotta non debbano essere discriminati e messi in condizioni di poter viaggiare e muoversi al pari di tutti.
Sul mercato sono presenti anche i concentratori di ossigeno stazionari, che sono di dimensioni più grandi e potenti rispetto ai portatili ma che funzionano allo stesso modo. Spesso sono destinati a pazienti la cui terapia avviene prevalentemente a livello domiciliare e che hanno bisogno dell’ossigeno 24 ore su 24 . Ci sono diversi modelli di concentratori d’ossigeno in funzione delle esigenze specifiche. Gli accessori correttamente abbinati quali occhiali, tubi di prolunga, umidificatori ecc., garantiscono una terapia ottimale abbinata al massimo comfort possibile e soprattutto sicura. L’utilizzo o l’acquisto di questi apparecchiature non elimina il diritto a ricevere la bombola di ossigeno dalla propria ASL di competenza territoriale che per legge è tenuta a farlo.
Il progresso, grazie all’immenso lavoro di ingegneri e sviluppatori, ci permette di fare grandi passi in avanti nella scienza e nella medicina attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie. Il concentratore di ossigeno è uno strumento che rende l’ossigenoterapia più facile e più sicura. Il c.d.o. elimina l’ansia di rimanere senza ossigeno, un fattore che limita molto la vita al di fuori del domicilio, migliorando la qualità della vità dei pazienti affetti da BPCO o da altre patologie respiratorie. In secondo luogo rende psicologicamente libero il paziente che con le bombole che si sente “costretto” a rimanere fuori casa: il fattore psicologico infatti è molto importante per evitare che la patologia respiratoria si aggravi.