Le reti neurali artificiali a impulso hanno bisogno di riposare per recuperare la stabilità persa durante l’apprendimento. Allo stesso modo del cervello umano
Il sonno potrebbe essere un elemento vitale anche per i robot ad intelligenza artificiale . In futuro, infatti, i robot potrebbero schiacciare qualche pisolino: le loro reti neurali artificiali, infatti, hanno bisogno di riposare per recuperare la stabilità persa durante l’apprendimento, proprio come il cervello umano. Lo dice una ricerca effettuata dallo staff del laboratorio statunitense di Los Alamos, in Nuovo Messico, studio che sarà presentato a Seattle in occasione del prossimo convegno Women in Computer Vision.
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“Noi studiamo le reti neurali artificiali a impulso, sistemi che apprendono come il nostro cervello”, spiega la ricercatrice Yijing Watkins. “Eravamo affascinati dalla prospettiva di addestrare un processore neuromorfico in modo analogo a come gli esseri umani e altri sistemi biologici imparano dall’ambiente durante lo sviluppo dell’infanzia”. Gli esperimenti condotti dai ricercatori hanno dimostrato che dopo periodi continui di apprendimento incontrollato, le reti neurali artificiali, sottoposte a stress particolari, diventano instabili. il team guidato da Yijing Watkins hanno quindi pensato di farle ‘riposare’ esponendole a diversi tipi di rumore (quelle che si sentono alla radio passando da una stazione all’altra per intenderci).
Durante l’esperimento gli scienziati hanno notato che i cervelli artificiali recuperano una buona stabilità quando vengono esposti a un rumore cosiddetto ‘gaussiano’, che include un ampio spettro di frequenze e ampiezze. Da qui l’ipotesi che questo genere di rumore riproduca lo stesso input che i neuroni del nostro cervello ricevono durante la fase del sonno a onde lente.
Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di ripetere l’esperimento con Loihi, il chip della Intel ispirato al cervello umano, con l’obiettivo di verificare se alcuni periodi di riposo possano aiutarlo a essere più stabile nel processare in tempo reale le informazioni provenienti da una videocamera.
I robot, quindi, saranno sempre più umani: anche loro avranno bisogno di dormire.