Sono circa un miliardo le persone che nel mondo sono affette da apnee ostruttive del sonno (Osa); 44,3 milioni i pazienti in Europa e circa 6 milioni in Italia.
Il dato preoccupante però, è che di questi, circa il 2-5% sono bambini. Una patologia molto diffusa ma sotto diagnostica e sotto trattata – attualmente sono solo 250.000 i pazienti in terapia nel nostro Paese – e che ogni anno, secondo quanto reso noto dal ministero della Salute, costa al nostro Servizio sanitario nazionale 2,9 miliardi di euro. In Italia i numeri sembrerebbero essere di 6 milioni circa per l’OSA in toto, il 4% riguarda quella parte di persone colpite con Osa di intensità clinicamente rilevante. I dati costantemente in crescita per il dilagare epidemico dell’obesità, dell’ipertensione e del diabete, comorbidità queste fortemente legate al disturbo e che ne condizionano la gravità ed il rischio cardio e cerebrovascolare, in particolare di infarto, fibrillazione atriale ed ictus cerebrale.
Intervenire tempestivamente aiuterebbe a ridurre i rischi cardiovascolari e di incidenti stradali.
La polisonnografia e il monitoraggio cardio-respiratorio notturno, in laboratorio o a domicilio, rimangono le uniche procedure diagnostiche. Alla luce dell’elevata prevalenza dell’OSA e del suo impatto sulla salute e sulla qualità della vita, si rende necessaria la disponibilità di strumenti di screening per la identificazione precoce della patologia e di metodiche diagnostiche più essenziali, per diagnosticare e trattare precocemente e su larga scala un disturbo del sonno frequentemente non riconosciuto, con grave morbilità e mortalità associate», (dichirazione Giuseppe Insalaco, responsabile del Centro per la diagnosi e cura dei disturbi respiratori nel sonno dell’Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica IRIB CNR Palermo). Alcuni studi, ancora, hanno evidenziato un aumentato numero di complicanze e relativa ospedalizzazione in quei pazienti con un Osa non curata.

La sonnolenza diurna in questi pazienti impone altresì una pronta diagnosi ed uno stretto follow-up terapeutico, con regole specifiche per la concessione ed il rinnovo per la patente di guida. Il rischio anestesiologico dei portatori di Osa può essere altissimo in assenza di terapia e ciò ha portato alla validazione di regole nazionali (SIAARTI) ed internazionali, che prevedono la documentazione dell’OSA ed il successivo adattamento al trattamento ventilatorio-notturno in pazienti sovrappeso che debbano essere sottoposti ad intervento chirurgico in anestesia generale.
Il 30% dei positivi al Covid soffre di Apnee Ostruttive del sonno.
Fra i disturbi più frequenti si trova la sindrome delle apnee ostruttive: si stima interessi il 24% della popolazione maschile ed il 9% di quella femminile. Non si possono ignorare le problematiche del sonno indotte sulla popolazione generale dall’emergenza pandemica Covid-19, cosi come l’alta incidenza (stimata intorno al 30%) di disturbi del sonno fra le complicanze neurologiche nei pazienti con Covid medio grave, a distanza di 6 mesi dalla dimissione.
Il World Sleep Day, per noi tecnici di neurofisiopatologia, è la giusta occasione per sensibilizzare sull’ambito del sonno e per auspicare il rafforzamento del nostro ruolo e delle nostre attività in una realtà di “territorio” con un approccio multidisciplinare imperniato sul paziente e sui suoi bisogni di salute e di informazione in materia di regolazione del sonno e dei suoi disturbi. Quest’ultimi non andrebbero mai sottovalutati, perché si ripercuotono anche sulle performance diurne influenzando negativamente l’andamento lavorativo, i rapporti sociali e tutta la sfera psicologica del soggetto, oltre ad aumentare il rischio di sviluppare malattie metaboliche e cardiovascolari”.
Nonostante l’alta prevalenza, la diagnosi avviene solo in una parte dei casi a causa dell’ancora insufficiente consapevolezza della patologia, della variabilità dei sintomi e per la mancanza di un modello integrato di diagnosi e cura improntato principalmente sul territorio. Una campagna di sensibilizzazione sull’importanza della diagnosi sui disturbi del sonno con la polisonnografia e un approccio innovativo potrebbe garantire in maniera coordinata le attività utili a contrastare soprattutto gli aspetti di cronicità di tale condizione, risultando più vicino ai bisogni di salute dei cittadini ed evitando, di conseguenza, il ricorso improprio all’ospedale.
Allo stato attuale il risultato è uno drammatico scenario di condizione sommersa, un immenso iceberg di cui si conosce solo la punta: si stima infatti siano circa 12 milioni gli italiani adulti a rischio di Osas ma solo il 20% circa ne è consapevole”, dichira Famà, Presidente della commissione d’albo dei tecnici di neurofisiopatologia dell’ordine delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione di Genova, Imperia e Savona.
Si deve fare di più.
A cura della redazione Hypno2